Monday 25 July 2011

27 luglio 2011 – Senegalesi in piazza

Dopo la grande manifestazione dello scorso 23 giugno in Senegal, in Europa e negli Stati Uniti, e il presidio del 27 giugno a Milano davanti al Consolato Senegalese, siamo riusciti a fermare la deriva monarchica del presidente Abdoulaye Wade, che ha ritirato il progetto di legge che gli avrebbe permesso di vincere le elezioni con il 25% dei voti: in pratica, sarebbe bastato solo un quarto dei voti complessivi per evitargli il secondo turno elettorale.

Wade si proponeva anche la nomina diretta del vicepresidente, che nel caso di un suo decesso o di inabilità per malattia avrebbe preso automaticamente il suo posto senza bisogno di indire nuove elezioni.

Grazie alle mobilitazioni, la popolazione ha saputo mettere in crisi l’intento dittatoriale del presidente. Ma questo non basta. Wade continua a sottovalutare i bisogni reali del suo popolo e a minacciarlo, rifiutandosi di affrontare i problemi più gravi che affliggono il paese: per esempio, la disoccupazione giovanile crescente, la mala sanità, la precarietà della scuola, la crisi della pesca e dell’agricoltura, la mancanza di elettricità nel paese e nella stessa Dakar (con il fallimento del piano Takkal).

Anziché ascoltare la sua gente e rivedere la sua politica generale (che comporta un numero esagerato di ministri, un senato che non ha autorevolezza e segue soltanto la sua volontà, un parlamento che non osa mai contraddirlo e che si presta alle sue manipolazioni, magnificandone i pregi), Wade ribalta la situazione e sostiene che è lui a non essere compreso dal popolo, che non saprebbe cogliere la sua volontà di rafforzare la democrazia in Senegal. Ha messo in atto una macchina intimidatoria nei confronti dei leader politici, con l’aggressione di Aliou Tine (presidente dell’associazione per i diritti umani Rado), del deputato Elhadj Diouf (malmenato all’interno del parlamento) e di Serigne Moustapha Sy Diamil (aggredito con una pompa a gas durante una conferenza religiosa).

Il presidente Wade continua inoltre a perseguire il cosiddetto “decoupage” territoriale, modificando cioè l’assetto territoriale legato alle sedi elettorali con il fine di creare confusione e aumentare l’astensionismo (in pratica, la gente non saprebbe più bene dove andare a votare).

Noi senegalesi mettiamo in evidenza con forza che il progetto politico del presidente Wade continua a non prendere in considerazione le esigenze del suo popolo. Chiediamo alla Corte Costituzionale di esaminare la candidatura di Wade alle prossime elezioni politiche del febbraio 2012, una candidatura che noi non riteniamo valida perché la nostra Costituzione non prevede più di due mandati elettorali e questo per Wade sarebbe il terzo.

Chiediamo al presidente di sottoscrivere gli accordi di reciprocità che permetterebbero ai cittadini che rientrano in Senegal dopo anni trascorsi in Italia di recuperare i contributi versati, che altrimenti andrebbero persi.

Chiediamo infine al ministro senegalese dell’immigrazione di incontrare i suoi connazionali – durante i suoi viaggi in Italia – per conoscerne i problemi e i bisogni e per avviare con loro un reale percorso che permetta di migliorare le loro condizioni di vita, diventando così una sorta di “ponte” tra il governo e gli immigrati.


Per questi motivi invitiamo tutti i cittadini milanesi a manifestare con noi martedì 27 luglio alle ore 15.30 davanti al consolato senegalese in via Val Blenio, angolo Legioni Romane (MM Primaticcio).

1 comment:

  1. ciao...ci siao con boi...unitti per la liberta e democrazia mondiale..

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